Gli occhi. Sono la parte più espressiva del viso, la più direttamente collegata alla psiche, sia per la loro vicinanza fisica al cervello, sia per la loro trasparenza, sia perché incaricati di portare la maggior parte d’informazioni.
Questo ci conferma che l’osservazione del corpo è basilare per capire una persona. Consideriamo ora tre aspetti:
L’osservazione degli occhi dunque la si fa meglio se si mette una nostra mano come linea immaginaria di divisione tra l’occhio destro e quello sinistro del soggetto e se si escludono dal nostro campo visivo le altre parti del suo viso.
Come ho scritto prima, quando si osserva un individuo adulto si valutano l’equilibrio tra le due parti e l’energia di ognuna.
In questo caso, la differenza tra i due occhi ci segnala il grado di equilibrio tra il destro e il sinistro, mentre ogni occhio ci mostra di quanta energia si serve per comunicare.
Guardiamo per primo l’occhio sinistro, visto che pare ci possa dare indicazioni della prima parte della vita, in quelle che la psicoanalisi chiama fase orale e fase anale. Insomma nei momenti in cui è determinante il rapporto con la madre. E’ femminile, nel senso di ricettivo, nel senso che si rifà ai momenti d’interiorizzazione, di trattenimento, di difesa dal distacco e dalle angosce conseguenti.
Se dunque l’espressione è tranquilla, possiamo dedurre che quella persona è stata cresciuta in un ambiente amorevole e soprattutto sicuro, tranquillo, che ha confermato il suo diritto di vivere e di avere quella certa tendenza naturale, che non le ha fatto subire il trauma costante dell’ansia della madre, né sporadici episodi di vero abbandono, o comunque scompensanti.
Lo schermo immaginario, che abbiamo ipotizzato essere davanti ai suoi occhi, è quasi limpido, non deforma troppo la realtà con angosce interiori.
Sarà difficile trovare un’espressione tranquilla nell’occhio sinistro e ipotizzare una mancanza d’energia nell’occhio destro, dal momento che una prima parte della vita vissuta nel modo giusto dovrebbe gettare le basi per un seguito altrettanto sereno. Salvo dunque traumi nelle fasi successive della formazione.
L’occhio destro rappresenterebbe l’elemento estrinseco, quello maschile, nel senso dell’energia che esce, che viene proiettata all’esterno, che viene eiaculata.
Sarebbe collocato, nella mappa della formazione psico-sessuale, nella fase edipica e fallica, quando il genitore di riferimento è il padre.
Al positivo: il padre che sfida il maschio permettendogli di diventare un uomo forte e il padre che dà alla femmina le coordinate per arrivare al maschio adulto.
Al negativo ci sono due complicazioni:
L’equilibrio tra l’occhio destro e quello sinistro ci darebbe l’dea del tipo di schema relazionale che la persona ha interiorizzato e continua ad usare. Infatti è nell’assenza di conflitti che si può vedere l’equilibrio, quindi l’armonia nel mettersi in rapporto con l’ambiente, sia maschile che femminile. Se la persona è vissuta in una famiglia equilibrata, dove venivano rispettati i ruoli, quelli naturali e quelli accettati, dove le singole personalità trovavano una loro possibilità d’espressione, e una loro conferma, la lettura contemporanea dei due occhi ci darà la sensazione di equilibrio, di vivacità e di energia.
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Alfredo Rapaggi
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