Il masochismo sociale: l’esempio dei gay in Brasile

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Il masochismo sociale: l’esempio dei gay in Brasile

BoysWillBeBoys2005Leggo una notizia battuta dall’ANSA di San Paolo due giorni fa, ma la leggo con la lente dello psicoanalista. Dunque, secondo quanto scrive l’agenzia “Il 47% delle circa 60 mila coppie gay brasiliane si dichiarano cattolici praticanti”. La notizia viene dal primo censimento realizzato dall’Istituto brasiliano di statistica (Ibge). “E’ un dato abbastanza sorprendente se si pensa che la maggioranza delle coppie eterosessuali conviventi si dichiara atea”, ha commentato Leonardo Queiroz Athias, presidente dell’Ibge.”

E rifletto. La regola morale s’insinua in modo talmente radicato che chiude gli occhi alle persone. Freud ne ha sottolineato l’aspetto inconscio, il fatto che incida sulle azioni delle persone a loro insaputa.

In questo caso pare sia più importante essere riconosciuti membri della famiglia chiesa, di una famiglia che rifiuta quello stato, che considera l’omosessualità una scelta consapevole, non inconscia, una SCELTA che va contro il principio della sessualità naturale. Il desiderio di essere parte della famiglia è tanto importante che i soggetti non si accorgono, ovvero rimuovono e spesso negano, la condanna ufficiale. La metà circa degli intervistati subisce l’umiliazione di essere giudicata colpevole nella comunità chiesa, piuttosto che dichiararsi estranea ad essa.

La potenza della morale è questa, è la coazione a ripetere, cioè: se non ci si è sentiti accettati in famiglia si può seguire l’impulso inconscio e masochistico di chiedere, anche da adulti, di far parte di una comunità che giudica, non accetta e condanna.

Alfredo Rapaggi

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