La funzione psicologica della postura

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La funzione psicologica della postura

L’attenzione della persona afflitta da un conflitto intrapsichico, ricordando sempre l’importanza della variabile “gravità”, si concentra sulla necessità primaria di mantenersi in piedi, cioè di non crollare.

Crollare, dal punto di vista psichico, è un trauma grave. L’angoscia che deriva da questa previsione è molto seria, dunque la persona, dall’età dello sviluppo in poi, farà di tutto per dare a se stessa la sensazione contraria.

Poiché la colonna vertebrale è l’asse portante della testa e del tronco, è quella che subisce per prima gli effetti del conflitto e “cerca” in modo automatico il costante adattamento alle necessità della psiche. Essa determina la postura, cioè la posizione, più o meno eretta, più o meno rigida, che l’individuo mantiene da fermo.
Lo fa nei due modi opposti:

  • con un eccessivo irrigidimento;
  • con un esagerato rilassamento.

La colonna vertebrale è corretta quando è mobile in modo da rispondere agli impulsi in maniera equilibrata, senza la paura di cadere in avanti o indietro, o persino lateralmente.

Non è esatto pensare che la colonna debba semplicemente stare “a piombo”, cioè che debba seguire un immaginario filo che dal centro laterale della testa arrivi al centro laterale della caviglia,  come si dedurrebbe dalla lettura degli esercizi di Lowen (Lowen e Lowen “Espansione e integrazione del corpo in Bioenergetica” Astrolabio, Roma…). Quella è la posizione teorica di partenza, posizione che infatti viene mostrata nei primi esercizi di correzione posturale.
Ma, una volta stabilita la posizione di partenza, l’elemento più importante diventa la mobilità.
La mobilità rappresenta la sicurezza, l’assenza di paura. L’interpretazione della mobilità è: in qualunque posizione l’individuo si trovi sa di reggersi bene in piedi e sa di poter cambiare posizione senza correre pericoli.

Le posizioni
In piedi, seduto, o sdraiato il corpo comunica lo stato affettivo e le intenzioni.
Più avanti descrivo la posizione della testa rispetto al corpo e la posizione specifica della colonna vertebrale e degli arti. Ora mi riferisco alla posizione di tutto il corpo.
In piedi è nel massimo del vigore, per due motivi:

  • poiché la distribuzione energetica è, o dovrebbe essere, distribuita in tutto il corpo;
  • perché gli arti inferiori possono essere pronti a qualunque mossa necessaria.

Dunque la più corretta lettura del corpo la si fa quando l’individuo è in piedi.
Limitandoci a questo, senza entrare nel dettaglio dei singoli organi, osserviamo che sono possibili almeno cinque posizioni:

  • posizione eretta di apertura, quando il corpo è equilibrato, il capo eretto, le spalle aperte, le mani lungo i fianchi, bacino gambe e piedi in linea;
  • posizione eretta di chiusura, quando il capo è piegato in basso, le spalle si chiudono, le braccia sono solitamente strette davanti, il bacino indietro;
  • posizione eretta di sfida, con il mento leggermente in avanti, le spalle indietro, il petto in fuori, le mani sui fianchi, il bacino leggermente in avanti, le gambe aperte;
  • posizione di supponenza, con il mento verso l’alto, le spalle alzate, le mani dietro la schiena, bacino e cosce in avanti, polpacci tesi indietro;
  • posizione depressiva, con il capo un po’ piegato, le spalle cadenti e verso l’interno, la pancia un po’ in fuori, il bacino retratto, i polpacci indietro

Destra e sinistra
La colonna vertebrale traccia una divisione precisa tra la destra e la sinistra del collo e del tronco. Ma anche il cervello ha un emisfero destro e uno sinistro; ha aree con specializzazioni differenti nella destra e nella sinistra, aree che poi si collegano, si scambiano informazioni, che possono assumere una o più funzioni prima appartenenti all’altra, naturalmente in caso di necessità, ma che restano sostanzialmente diverse.

di:

Alfredo Rapaggi

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