L’equilibrio corporeo e quello psicologico

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L’equilibrio corporeo e quello psicologico

Quando si osserva un adulto si valutano l’equilibrio tra le due parti del corpo e l’energia che si manifesta in ognuna.

Secondo diverse tradizioni orientali, riprese coscientemente o no sia da Jung che da Reich, tanto per citarne due, la parte sinistra rappresenterebbe l’interiorità affettiva, l’elemento intrinseco, il contatto più arcaico, quello con la madre. Sarebbe quindi la parte “ricettiva”, il femminile.
Viceversa la parte destra sarebbe maschile, rappresenterebbe il rapporto col padre, l’elemento estrinseco, “il fare”.
E’ dunque logico che la lettura psicologica del corpo consideri questa divisione, e che la consideri in due momenti:

  • in un primo sguardo generale, in cui è data importanza all’equilibrio delle due parti tra loro, per verificare che cosa può avere spinto alla prevalenza di una parte sull’altra;
  • nei dettagli dei singoli elementi (spalle, braccia, mani, occhi, bocca, gambe, piedi) per capirne i significati più particolari.

La testa e il disegno del corpo
Un’ipotesi che può destare curiosità è fatta da Kurtz e Prestera (“Il corpo rivela” Sugarco, Mi, 1976).  Secondo questa ipotesi nel viso sarebbe disegnato l’intero corpo umano, nel senso letterale del termine, anche se si tratterebbe di un disegno immaginario.
L’idea di una parte su cui è rappresentato il tutto, non era nuova nemmeno all’epoca, dal momento che già da tempo lo aveva affermato la teoria della Gestalt. E c’erano le tradizioni delle due scuole principali di riflessologia conosciute, che sostenevano qualcosa di simile, anche se non uguale.

La riflessologia, infatti considera che ci sia una sorta di mappa del corpo umano nei due piedi uniti, e che vi sia corrispondenza tra punti del piede destro e organi e arti che stanno sulla destra; come tra punti del piede sinistro e organi e arti che stanno sulla parte sinistra. Questa teoria è effettivamente verificabile nella pratica, anzi va suggerita e incoraggiata, perché è una delle modalità d’auto-aiuto più interessanti sul piano psicologico, oltre che su quello fisico.
Abituarsi a cercare corrispondenze tra un punto del piede e un organo spinge la persona ad essere attiva riguardo la propria salute, a non dipendere da altri se non per casi di necessità importante. Il massaggio è semplice: dopo un piccolo riscaldamento fatto su tutto il piede, con la tecnica dell’impasto, si può picchiettarecon dolcezza la zona corrispondente all’organo che si vuole rivitalizzare. La reazione è molto spesso evidente e incoraggia il soggetto a mantenere la pratica. Ovviamente è indispensabile una mappa di riflessologia, o indicazioni date da un esperto.
Non ricordo invece di aver utilizzato il disegno di Kurtz e Prestera per letture psico-corporee, e non saprei che esempi trovare nella pratica. Non mi pare infatti che ci sia un minimo di dati sufficiente per interpretare i gesti che le persone fanno sul loro viso (accarezzarsi, grattarsi, lisciarsi  la barba, eccetera come gesti collegati al disegno del corpo. Al di là del valore che si darebbe agli stessi gesti se fatti in parti diverse, valore autoerotico o auto aggressivo, non mi pare si possa andare.Tuttavia la riporto per dovere d’informazione.

Il viso viene dunque diviso in 4 zone, attraverso una linea verticale che parte dal centro della fronte e arriva alla base del naso. Da qua si apre in due linee oblique.

In questo modo si ha un’area 1 che comprende la bocca, la base del naso e quella delle mascelle e rappresenta bacino, gambe e piedi;  le aree 2 e 3 che marcano il centro delle mascelle, destra e sinistra, più gli occhi e le sopraciglia, rappresentano il tronco con tutto ciò che vi è contenuto e le mani; l’area 4, nel centro della fronte fra le sopraciglia e appena sopra, che rappresenta la testa, le spalle e la parte superiore delle braccia.Come scritto prima, non uso questa mappa specifica nella pratica.

Invece la divisione facciale, in se stessa, corrisponde abbastanza a quella che serve per fare una lettura psicofisica utile, quindi per vedere lo stato emotivo del momento e per intuire la possibile evoluzione affettiva della persona.
La posizione della testa rispetto al tronco è un primo indice che ci può descrivere l’atteggiamento relazionale: come il soggetto ha vissuto l’ambiente formativo, rispetto al proprio carattere di base e che schema ha fatto proprio. La testa è la sede del cervello e delle sue attività, consce e inconsce e con la sua posizione può indicare che atteggiamento ha la persona nei confronti degli altri.
Dalla nostra osservazione dedurremo se la persona davanti a noi è rassegnata, addolorata, arrabbiata, serena, orgogliosa, sfidante, curiosa, seducente, accattivante, manipolatoria, eccetera.

Facciamo alcuni esempi:

  • una posizione rassegnata non ha energia e tende a penzolare  verso il basso, sia a destra che a sinistra;
  • una posizione addolorata ha più energia e guarda dentro di sé, leggermente basso-laterale in una personalità introversa, mentre tende leggermente in avanti in una estroversa;
  • la posizione di una persona arrabbiata è decisamente verso l’esterno-alto, se la rabbia vuole essere manifestata, e comunque si tratta di una testa rigida;
  • serenità corrisponde a testa rilassata ma energetica;
  • l’orgoglio determina una posizione con la mascella leggermente avanti-alta;
  • una persona sfidante mostra il viso in avanti, con la mascella decisamente alta;
  • la caratteristica che contraddistingue la curiosità è quella di una posizione leggermente piegata a destra o a sinistra;
  • anche la seduzione induce la testa a piegarsi morbidamente su un lato;
  • la volontà manipolatoria mentre piega la testa, come per sedurre, non riesce a nascondere la rigidità dell’aggressore.

Ovviamente ognuna di queste posizioni deve trovare conferma in altre parti del viso e del corpo.

Anche quando i segnali sono discordanti tra loro, perché anche questo dato ci parla della personalità, in questo caso conflittuale. Insomma anche una certa discordanza va letta con metodo e porta a conclusioni sul carattere e sullo stato emotivo del momento.

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