L’inconscio e la pubblicità subliminale

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L’inconscio e la pubblicità subliminale

Piccola riflessione sull’applicazione del concetto d’inconscio.

Lo psicoanalista esperto sa bene che le persone accettano l’idea che esista l’inconscio, ma sa anche che poi non lo tengano in alcuna considerazione pratica per diverso tempo. Tutte le persone, comprese alcune categorie di psicologi, affrontano la conoscenza di se stessi dimenticando la memoria più piena d’informazioni e più dinamica che abbiamo: l’inconscio appunto. Non sembra che ci sia una logica in questo. Eppure le stesse persone vivono gli effetti della pubblicità subliminale, anche quando non la conoscono nei suoi dettagli tecnici. La pubblicità subliminale è esattamente una forma di messaggio promozionale mandato ad una velocità, o ad una dimensione, tale che la persona non la recepisce a livello cosciente, ma ne esegue comunque il comando. Questa forma di pubblicità è vietata, almeno in occidente, proprio perché utilizza l’inconscio eludendo la possibilità che il soggetto possa decidere con lucidità.

Quando però, l’elemento che regola la pubblicità subliminale, cioè l’inconscio, deve essere scoperto nella propria vita affettiva, allora si spegne la luce e diventa difficile riconoscerne l’influenza. Si spiega così la necessità della psicoanalisi di essere complessa quanto lo sono i meccanismi di difesa, i conflitti, le fantasie occulte e tutte le sovrapposizioni che gli anni creano e complicano.

Alfredo Rapaggi

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