Il taglio dell’articolo, che deve raggiungere il pubblico vasto di un quotidiano, toglie un po’ d’importanza ad un argomento che invece ne merita molto. Possiamo riflettere sul fatto che la prima comunicazione tra la madre e il figlio è una comunicazione del propio umore attraverso l’odore.
Alfredo Rapaggi
Ha creato il primo archivio al mondo degli effluvi, è un naso richiestissimo dalle maison (ha ricreato il profumo della città di Berlino, venduto nelle boutiques), e con gli odori crea anche dei quadri, esposti al Moma e nei principali musei del mondo. Ora questa scienziata scandinava sta lavorando a una lingua ufficiale per dare un nome agli oltre 15.000 odori che percepiamo
di Simone Porrovecchio
A chi le chieda quale sia la sua professione, Sissel Tolaas risponde con riserbo molto scandinavo: “ricercatrice di odori”. Per il direttore della Harvard Business School, invece, dove l’elegante signora norvegese dal 2006 insegna comunicazione olfattiva e retorica, Sissel Tolaas è un autentico genio degli odori. Perché lei, classe 1961, è l’ideatrice del primo archivio di odori conosciuto al mondo. E guai a chiamarli profumi. Sono 7.800 le essenze finora raccolte, isolate, ricreate e catalogate. Un paio di queste si trovano anche in commercio e sono così squisite, costose e introvabili da essere diventate oggetti di culto. Una famiglia di petrolieri alle spalle, il primo lavoro di Sissel è stato quello di sommozzatrice. “Andavo a riparare i piloni delle piattaforme petrolifere nelle acque gelide del Mare del Nord” ricorda. Poi ha capito che il mare preferiva osservarlo. Al massimo odorarlo. Dal 1981 al 1988 Sissel studia matematica, chimica, linguistica e arte alle università di Oslo, Mosca, Leningrado, Oxford e Princeton e nel frattempo impara nove lingue. Dopo gli studi scopre di essere un’artista e si mette a dipingere. Naturalmente odori. Le sue opere sono state in mostra al MoMa, alla Biennale di São Paulo e al Museo Nazionale di Pechino. Dal ’90 si dedica esclusivamente alla passione per i profumi. Oggi il suo naso è richiestissimo tra gli altri da Louis Vuitton, Cartier, Estée Lauder, Sony e da numerose università. Scienziata, consulente o artista, da vent’anni le essenze sono al centro della vita di Sissel Tolaas. La sua nuova sfida? Ricreare l’odore delle città che ama. Cominciando da Berlino, dove vive e lavora da cinque anni. Il primo ‘profumo di città’ si chiama NoSoEaWe, acronimo di North, South, East, West, punti cardinali che a Berlino corrispondono a diversità socio-urbanistiche profondamente radicate. Il tempio del gusto parigino, Colette, a questa Eau de Berlin ha riservato una delle sue ambitissime bacheche. Secondo Sissel Tolaas, Berlino profuma di pelle, titanio, Starbucks caffé, poliestere, cibo, solarium, acqua di stagno, soldi e abeti. “Si tratta naturalmente di una percezione assolutamente personale”, chiarisce, “D’altra parte è il metodo di ricerca ad essere scientifico, non il risultato. Odorare, come tutti i sensi, è sempre un’esperienza soggettiva”.
La sua ricerca è durata cinque anni, passati a annusare vicoli, canali, abiti e cibi, in quattro distretti cittadini; dalla borghese ed elegante Charlottenburg, al vecchio sobborgo di Reinikendorf; dalla trendy Mitte, alla popolare Neukölln.
L’obiettivo? Fermare in cinque note l’odore della metropoli. Diversamente dalle normali parfumeuses a Sissel Tolaas non interessa comporre essenze artificiali, ma ricreare gli odori del quotidiano; come le acque che ristagnano d’estate o i marciapiedi sporchi di fango e neve d’inverno. “È la sfida che mi affascina”. Che la realtà sia piena di effluvi sconvolgenti, lo dimostra lei stessa indicando il décolleté: “Amo indossare il mio stesso sudore con qualche goccia di estratto di rosa francese, un’essenza costosissima’, confida sorridendo. Ma lei non scherza mica. Il suo sudore lo ha davvero ricreato in laboratorio e isolato come essenza basica. Nel suo studio di Charlottenburg lavora ogni giorno con circa 2.500 diverse materie prime, tra cui olii ed estratti come lavanda o rose, ma anche residuati industriali. “Sono l’esperimento di me stessa”, dice sorridendo. Ma si fa serissima quando parla da scienziato. “Con gli odori si può fare quasi tutto. È recente la conferma che certe essenze possono risvegliare pazienti dal coma. Gli odori hanno un enorme influsso su di noi. E ne sappiamo ancora pochissimo. Inspiriamo in media 23.760 volte al giorno. Ogni volta muoviamo milioni di molecole dal naso al cervello che, con ogni respiro, elabora migliaia di nuove informazioni. A noi, però, di tutto questo non resta nulla’.Esistono, dunque, milioni di odori a noi del tutto sconosciuti. Tra i progetti futuri c’è la creazione di una lingua artificiale, il “Nasalo”, da realizzare insieme a un team di linguisti e antropologi, per dare un nome agli oltre 15.000 odori di cui abbiamo percezione ma che non sappiamo come chiamare. Ma, a parte la sperimentazione, qual è il profumo preferito di Sissel Tolaas? “L’odore di mia figlia quando mi abbraccia appena sveglia”.
Fonte La Repubblica.it
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