Depressione post-partum e embrioriduzione

Diadmin

Depressione post-partum e embrioriduzione

 

multigemellareverticale

 

La depressione post-partum è una particolare forma di disturbo nervoso che colpisce alcune donne a partire dal 3° o 4° giorno seguente la gravidanza e che può avere una durata di diversi giorni, manifestandosi in qualche caso come depressione vera e propria, accompagnata da forme di psicosi.

I sintomi che vengono riscontrati più spesso sono ansia, confusione, pianto inconsulto, improvvisi cambiamenti di umore, dolore e disperazione. Il rischio maggiore è che la mamma possa fare del male a se stessa o ai suoi piccoli.
L’apparizione della “depressione post-partum” viene imputata principalmente, dalla scienza medica,  a cambiamenti ormonali nella donna, più in particolare nel calo del livello degli estrogeni e del progesterone.In realtà ci sono molti altri fattori che concorrono alla comparsa della “depressione post-partum”, soprattutto di origine psicologica legata agli eventi immediatamente successivi al parto, come il cambiamento di ruolo della donna in ambito sociale, il timore per le sue imminenti responsabilità, il proprio aspetto fisico. La sintomatologia della depressione post-partum si può manifestare in forma lieve e scomparire nel giro di pochi giorni, ma che se dovesse perdurare richiede l’intervento di uno specialista, maggiormente se nella sua patologia più grave, denominata “psicosi post-partum”. (Fonte: Psicozoo)
In uno studio riportato sul Daily Mail, risulta che donne che danno alla luce due o più gemelli, sono soggette al doppio del rischio di una depressione post partum.

A tal proposito in questi giorni, in un interessante articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa, viene riportata la notizia di una particolare tecnica medica, utilizzata in caso di gravidanza trigemellare, chiamata “embrioriduzione”.

Almeno quattro future mamme sottoposte nell’ultimo anno a fecondazione assistita hanno deciso di selezionare i loro feti, facendo venire al mondo soltanto due dei figli di una gravidanza trigemellare.
E’ successo al Sant’Anna, l’ospedale torinese delle mamme e dei bambini, ma probabilmente è quanto accade anche altrove. La tecnica si chiama embrioriduzione, generalmente praticata entro il primo trimestre per non mettere a rischio la sopravvivenza di tutti i nascituri in caso di minaccia di aborto.
Ma qui la scelta di eliminare uno dei bimbi è avvenuta non per un rischio clinico per il feto o per la madre, ma sulla base del «verdetto» di una consulenza psichiatrica: «La gravidanza trigemellare rappresenta un grave pericolo per la salute psichica della futura madre», si legge in una di queste consulenze. Basta una minaccia di depressione. Non serve arrivare all’ipotesi estrema di suicidio, che potrebbe essere classificata come un rischio potenziale per la sopravvivenza della madre.
[…]
In tutte le relazioni psichiatriche, indispensabili per autorizzare le embrioriduzioni al Sant’Anna, le difficoltà della donna ad accettare l’idea di essere madre di tre gemelli sono state determinanti. In nessun caso la «selezione» era motivata da problemi clinici. L’eliminazione selettiva di un feto che viene effettuata solitamente a 10-12 settimane di gestazione, «è associata con una riduzione del rischio di aborto e di morte perinatale nelle gravidanze plurigemellari con più di tre gemelli », dice la letteratura. La stessa pratica è controversa, per le gravidanze trigemine, dallo stesso mondo medico.
La questione sollevata al Sant’Anna è destinata ad aprire una serie di interrogativi non solo sul diritto a una scelta simile, ma soprattutto sulla preparazione delle coppie ad affrontare una gravidanza dopo la fecondazione in vitro. Molte si rivolgono all’estero. «Più che una consulenza psichiatrica per decidere di eliminare uno dei futuri figli, occorrerebbe una consulenza più attenta prima di sottoporre la donna a Fivet», sostiene chi potrebbe presto trovare una nuova forma di obiezione. «Bisogna spiegare più chiaramente alle donne qual è la relazione tra embrioni impiantati e possibilità di sviluppare gravidanze multiple».
[…]

(fonte: La Stampa.it)

L’embrioriduzione viene attuata dalle madri per prevenire una depressione post partum o la consulenza psichiatrica viene spesso utilizzata come “escamotage” per poter mettere in atto questa tecnica (altrimenti non applicabile)?
Oltre a questa tecnica, potrebbero essere proposti dei programmi di sostegno psicologico in grado di assistere e aiutare le madri prima e dopo il parto?
Questi sono alcuni degli interrogativi che potremmo porci e dai quali potrebbe nascere un’interessante discussione.

 

 

 

 

 

Info sull'autore

admin administrator

M0r3N0_11