Un’ipotesi psicoanalitica sulle cause dell’atrofia multisistemica, la patologia che pare possa colpire gli ultraquarantenni Vorrei considerare il punto di vista della psicoanalisi, per dare una possibile spiegazione delle cause attribuibili al fenomeno della “atrofia multisistemica”, la neuropatologia descritta da Roberto Vetrugno su “Sleep Medicine”, la rivista diretta da Pasquale Montagna dell’Università di Bologna.
Le ricerche ci dicono: -che questa malattia insorge intorno ai 40-50 anni; -che scombina le fasi del sonno, sia in senso quantitativo (alcune parti del cervello funzionano come nella veglia), sia in senso qualitativo (alcune fasi del sonno si confondono creando una specie di nebulosa); -che ha diverse analogie con il morbo di Parkinson (problemi di equilibrio, disfunzioni motorie, impotenza, svenimenti improvvisi); -che si presenta con incubi che caratterizzano la seconda metà della notte (al contrario di ciò che succede normalmente, e cioè che gli incubi si affacciano nella prima metà); -che questi incubi contengono scene di violenza dove il confine tra fantasia e realtà non è sempre presente e quando c’è, è molto sottile e fragile; -che in seguito a questa situazione delirante, è possibile che il paziente passi all’atto cercando di realizzare la fantasia aggessiva; -che dopo questo periodo d’incubazione, inizia il processo degenerativo di alcune aree cerebrali, tra cui il tronco encefalico (una delle regioni coinvolte nel controllo del sonno); -che nei casi allo studio (che per la verità sono solo due sui cento segnalati in Italia) il decorso porta i pazienti sulla sedia a rotelle. Dal punto di vista del sonno, pare che i pazienti non risentano della mancanza della fase di sonno profondo e che siano intellettivamente normali, nonostante la privazione di questa importante funzione. C’è da ricordare che ripetuti studi hanno confermato che carenze o interruzioni del sonno profondo riducono le capacità intellettive. L’ultimo, reso noto dalla Società Internazionale per la Continenza Infantile conferma la regola: il campione di bambini enuretici presentavano, tra l’altro, disturbi del sonno profondo, e conseguenti difficoltà cognitive puntualmente misurate. Fatta questa indispensabile premessa, affrontiamo il tema che riguarda le cause della patologia. I ricercatori in questione ci dicono che sono sconosciute e lasciano spazio a ipotesi di vario tipo. Noi avanziamo quelle di tipo affettivo-emozionale, quelle cioè che appertengono all’area della psiche e ne spieghiamo brevemente le ragioni. – Il fatto che l’atrofia multisistemica colpisca gli ultraquarantenni ci suggerisce che abbia ragione di stati psichici già messi a dura prova dallo stress della vita quotidiana. – due sintomi sono di confusione in senso qualitativo e quantitativo: lo stato confusionale è favorito da condizioni di stanchezza e logoramento; – anche alcune analogie col morbo di Parkinson (impotenza, svenimenti) ci riconducono a condizioni di logoramento psichico: – la presenzadi incubi nella fase di ricarica psicologica ci dice che i meccanismi di difesa delle emozioni sono stati indeboliti (logorati) e sono incapaci di svolgere le loro normali funzioni di protezione dell’equilibrio psichico; – questa ipotesi è rinforzata dai possibili passaggi all’atto, che sono stati osservati da un certo punto in poi; – il fatto che lo stadio finale sia un parziale paralisi fisica mi sembra che possa essere un’estrema difesa rispetto alla senzazione intollerabile di non poter più controllare la propria carica aggressivo-sessuale Vorrei aggiungere che anche il fatto che i pazienti non risentano intellettivamente della privazione di sonno profondo, rafforza la nostra ipotesi. Infatti un disequilibrio psichico, anche grave, può lasciare intatte, e addirittura rafforzare, le capacità intellettive. Questi sono solo appunti, la discussione è aperta.
di A.Rapaggi
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